Riporto con piacere anche sul mio sito un recente paper di studio diffuso dallo IAI (Istituto Affari Internazionali) che ha cercato di analizzare il grado di maturità e di approfondimento del dibattito sul tema “Difesa” nel nostro Paese. Sia per quanto riguarda l’opinione pubblica in generale che nei circuiti di chi se ne occupa professionalmente. Tra le persone contattate dagli autori Alessandro Marrone e Paola Tessari per cercare di ricostruire tale quadro ci sono anche io.
Non sono in completo accordo con alcune delle indicazioni suggerite dallo studio, che però ritengo interessante ed utile perché va a sottolineare (raccogliendo anche voci molto diverse) alcune dinamiche consolidate e pure problematiche del dibattito sulle politiche di Difesa (che purtroppo quasi sempre coincidono con la definizione di politiche militari e delle Forze Armate). Un’altro degli aspetti “asfittici” del dibattito pubblico nel nostro Paese, su un tema che invece dovrebbe essere molto importante e centrale per modellare il nostro futuro, anche in chiave europea, e potrebbe davvero aprirsi a concetti innovativi. Quelli che ho cercato di trasmettere anche con la mia intervista (vediamo se riuscite a capire dove sono disseminate le mie parole..!). Buona lettura, di seguito l’abstract del lavoro.
Il dibattito italiano sulle questioni di difesa: questa sera si recita a soggetto?
Alessandro Marrone e Paola Tessari
Il documento analizza il dibattito pubblico in Italia sulle questioni di difesa, rispetto a due macro-argomenti: le missioni internazionali e le spese militari. Il dibattito risulta essere influenzato da cinque fattori strutturali: la scarsa considerazione pubblica per l’interesse nazionale e per la sua difesa tramite l’uso delle forze armate; la limitata esperienza dell’Italia come potenza coloniale; la percezione di assenza di minaccia alla sicurezza nazionale nel periodo post-guerra fredda; l’impatto del sistema politico-istituzionale italiano sulla politica di difesa; l’influenza del contesto internazionale ed in particolare transatlantico. Nel dibattito la partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali viene presentata spesso in un’ottica che minimizza i compiti di combattimento rispetto a quelli di tipo umanitario. Le spese militari vengono discusse non tanto in relazione agli obiettivi della politica di difesa, ma piuttosto alle esigenze del bilancio pubblico in particolare in un periodo di crisi economica e politiche di austerity. Inoltre il dibattito viene influenzato da un ampio ventaglio di soggetti, non solo politici e istituzionali.
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