Si è conclusa sabato scorso a New York la seconda Conferenza degli Stati che aderiscono al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW). Un incontro importante perché l’Indonesia ha annunciato che il suo parlamento ha recentemente approvato la ratifica del trattato e Brasile, Gibuti, Guinea Equatoriale, Mozambico e Nepal hanno annunciato l’intenzione di ratificarlo a breve. Sale quindi a 70 il numero di Paesi che decidono di mettere al bando le armi atomiche.
Ma l’importanza della conferenza sta anche nelle dichiarazioni degli aderenti del Trattato, che considerano la dottrina della deterrenza nucleare un problema di sicurezza significativo.
La deterrenza nucleare? Funziona solo nella sopraffazione di chi ha armi atomiche
È Francesco Vignarca, il portavoce della Rete Italiana Pace e Disarmo di ritorno da New York, a raccontare l’importanza della conferenza. «È un percorso positivo perché ci sono stati dei passi concreti – osserva Vignarca – Abbiamo colpito le comunità colpite dalle armi atomiche come quelle giapponesi, ma anche quelle colpite dai test, e abbiamo ascoltato gli scienziati che hanno spiegato come si può fare nel concreto per distruggere gli arsenali attuali».
Ma è anche un percorso politico, vista la presa di posizione contro la dottrina della deterrenza nucleare.
I sostenitori delle armi atomiche, infatti, si sono spesso affidati al dogma della deterrenza nucleare. Se c’è la minaccia di utilizzo di armi atomiche, secondo questa teoria, ci saranno meno soggetti disponibili a innalzare la tensione e a cominciare conflitti bellici.
La storia, anche recente, dimostra che non è così. «Basti pensare che due dei principali conflitti del momento sono agiti da due potenze nucleari, Russia e Israele, che hanno anche minacciato il loro utilizzo», sottolinea Vignarca.
Dunque la presenza di arsenali nucleari non ha aumentato la sicurezza del mondo, ma un altro effetto lo ha prodotto: militarizzare le relazioni internazionali.
«Per evitare una guerra nucleare sarebbe più sensato e intelligente eliminare le armi nucleari stesse – evidenza il portavoce della Rete Italiana Pace e Disarmo – La deterrenza nucleare in realtà ha garantito solo una gerarchizzazione dei rapporti internazionali, perché chi è potenza nucleare o amico di una potenza nucleare crede di essere in una posizione migliore degli altri, più giusta e potente degli altri».
Intervista per Radio Città Fujiko, a cura di Alessandro Canella
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