Mia intervista per Radio Vaticana, a cura di Benedetta Capelli e Michele Raviart
L’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma (SIPRI) pubblica oggi i risultati dell’Annuario 2022, che riporta lo stato attuale su armi, disarmo e sicurezza internazionale. Continua la modernizzazione degli arsenali. Francesco Vignarca: queste armi sono sempre meno una forma di sicurezza e sempre più una forma di ricatto.
Cresce in modo preoccupante il rischio di uso e proliferazione delle armi nucleari. Per la prima volta, infatti, il rischio di un loro utilizzo è oggi maggiore rispetto al periodo della guerra fredda. A renderlo noto è il rapporto annuale Sipri, Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma, su cui hanno influito anche gli effetti della guerra in Ucraina
Continua la modernizzazione degli arsenali
L’indagine rivela che, nonostante una diminuzione marginale del numero di testate nucleari nel 2021, dovuto allo smantellamento di quelle che erano state ritirate anni fa, è previsto che gli arsenali nucleari aumenteranno nel prossimo decennio. I nove stati dotati di armi nucleari – Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Cina, India, Pakistan, Israele e Corea del Nord – continuano in un’opera di modernizzazione dell’arsenale.
Un tendenza preoccupante
Delle oltre 12mila testate all’inizio del 2022, più di 9mila erano in scorte militari per un potenziale utilizzo. Di queste, circa 3732 sono state schierate con missili e aerei, e circa 2000, quasi tutte appartenenti alla Russia o agli Stati Uniti – che detengono il 90% dell’arsenale nucleare mondiale – sono state mantenute in uno stato di massima allerta operativa. Numeri che rientrano comunque nei limiti fissati dal trattato New Start. Per il direttore Sipri, “tutti gli stati dotati di armi nucleari, in particolare Cina e Regno Unito, stanno aumentando o potenziando i loro arsenali e la maggior parte sta affinando la retorica nucleare e il ruolo che le armi nucleari svolgono nelle loro strategie militari”, una tendenza che definisce “molto preoccupante”.
Rischio escalation anche con le testate “tattiche”
“Sappiamo che le testate di oggi sono molto più potenti dal punto di vista strutturale rispetto ad Hiroshima e Nagasaki”, spiega Francesco Vignarca, coordinatore della Rete italiana pace e Disarmo, e “ne bastano davvero poche centinaia per avere un grande problema dal punto di vista degli impatti sull’ambiente oltre che ovviamente sulle persone”. “La modernizzazione degli arsenali”, spiega, unita a un ricorso sempre di più a testate di natura tattica che combinano un diverso modo di essere utilizzate a una potenza esplosiva minore rendono più rischioso il tutto, proprio nei contesti di tensione e conflitto. Tutte le simulazioni infatti mostrano che un inizio di scambio di testate nucleari anche se inizialmente di potenza ridotta comporterebbe un’escalation che poi andrebbe a veder utilizzate quelle di potenza estrema”.
Un sistema di ricatto, non di sicurezza
“Dopo decenni in cui l’arsenale nucleare è stato descritto come un sistema di sicurezza in realta è diventato un sistema di ricatto e di sopruso. Come ha ripetuto molte volte Papa Francesco, non esistono armi giuste per un’arma sbagliata e completamente immorale e disumana come quella nucleare.