Delegazioni russe e statunitensi si incontreranno dalla fine di Novembre per riprendere le trattative su un prolungamento del Trattato New Start sulle armi nucleari strategiche. Mio articolo per il Manifesto.
Dopo annunci parziali e voci non ufficiali dei giorni scorsi la conferma (anche con date e luogo) è arrivata direttamente da Mosca: delegazioni russe e statunitensi si incontreranno dalla fine di Novembre per riprendere le trattative su un prolungamento del Trattato New Start sulle armi nucleari strategiche. A darne l’annuncio, in un’intervista tv ripresa dalla Tass, il vice ministro degli Esteri di Mosca Serghei Ryabkov, secondo cui il meeting si svolgerà dal 29 novembre al 6 dicembre al Cairo, in Egitto, e coinvolgerà i componenti della commissione bilaterale che sovrintende all’applicazione dello storico Trattato sulla riduzione delle testate nucleari.
UN ACCORDO INTERNAZIONALE erede di un’epoca (tra gli anni ’70 e gli anni ’90 del secolo scorso) che ha visto grandissimi passi avanti nei negoziati e nelle norme internazionali per il disarmo nucleare e che purtroppo nel nuovo millennio ha registrato solo fallimenti. A parte – appunto – il New Start firmato da Obama e Medvedev nel 2010 che, nonostante alcune innovazioni apportate al regime di verifica, si basava in larga misura sui principi esistenti del Trattato Start originale (quello firmato da Bush e Gorbaciov che ottenne la rimozione di circa l’80% di tutte le armi nucleari strategiche esistenti alla fine della Guerra fredda).
STIAMO DUNQUE PARLANDO di un caposaldo del regime di controllo degli armamenti più distruttivi della storia umana, con una scadenza prevista pericolosamente vicina: il febbraio 2026. Dunque con un alto rischio di non rinnovo, similmente a quanto già avvenuto per il Trattato Inf (Intermediate-range Nuclear Forces, che riguardava i missili con raggio compreso tra i 500 e i 5.500 km) stracciato nel 2019 da Trump e anche da Putin. Con il risultato di una ripresa della corsa agli armamenti (e vettori nucleari) e un pericolo decisamente aumentato soprattutto per l’Europa, principale destinataria della protezione garantita dall’accordo del 1987 tra Reagan e Gorbaciov, tornata invece «nella linea del fuoco incrociato tra Usa e Russia». Una minaccia molto esplicita fatta da Putin all’indomani della dissoluzione del Trattato e che assume tinte ancora più fosche nel quadro degli avvenimenti del 2022 determinati dall’invasione russa in Ucraina.
PER QUESTO GLI ANNUNCIATI incontri in Egitto sono così importanti, anche se riguardano al momento solo la Commissione Bilaterale di verifica dell’adesione procedurale ai dettami del Trattato. Aspetto comunque non secondario perché il principale merito del New Start riguardava soprattutto la creazione di ciò che è stato spesso definito il “gold standard” di verifica. Cioè procedure in grado di regolare la riconversione e l’eliminazione delle armi strategiche offensive, l’istituzione e la gestione di una banca dati di informazioni, misure di trasparenza, l’impegno a non interferire, lo scambio di informazioni telemetriche e infine la conduzione di attività di ispezione in loco. Grazie a queste azioni concrete fino ad oggi entrambi i Paesi hanno pianificato meticolosamente i loro programmi di modernizzazione nucleare in modo da non superare i livelli dettati dal Trattato (cioè meno di 1.550 testate e 700 lanciatori), ormai raggiunti e mantenuti da anni. Senza il controllo di un rinnovato New Start si potrebbe entrare in un epoca di imprevedibilità e sfiducia che sicuramente porterebbe le parti a rivalutare i programmi per adattarsi a un futuro nucleare più incerto. Con il rischio, da alcune stime, di aumentare in poco tempo le testate nell’ordine di centinaia se non migliaia di esemplari. Un rischio enorme non solo e non tanto per Usa e Russia ma soprattutto per l’intero mondo.
IL RILANCIO DEI NEGOZIATI sul New Start è stato un obiettivo silenzioso della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato almeno da quest’estate, e i colloqui in programma in Egitto rappresentano la prima mossa congiunta per rilanciare percorsi di controllo reciproco sugli armamenti da quando il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha interrotto qualsiasi dialogo dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. E sono anche un banco di prova per verificare se Stati Uniti e Russia siano in grado di condurre negoziati diplomatici a livello operativo su questioni di grande importanza globale, pur se l’enorme sostegno militare di Washington a Kiev sta contribuendo al crescente numero di vittime russe sui campi di battaglia in Ucraina.