Era stata chiesta a gran voce dalla società civile ed era stata al centro di giochetti tra i partiti all’interno del centrosinistra. Ma la manifestazione per la pace che si terrà a Roma il 5 novembre vuole sgomberare il campo dagli equivoci: sarà una manifestazione di Europe for Peace, che in Italia si traduce nella Rete Pace e Disarmo e in molte altre realtà associative che hanno dato l’adesione.
Intanto, nell’ultimo fine settimana già 30mila persone hanno aderito alla mobilitazione collettiva territoriale che ha coinvolto oltre 100 città italiane.
Negoziati subito, la manifestazione per la pace del 5 novembre a Roma
La manifestazione per la pace di Roma comincerà alle 12.00 in Piazza della Repubblica, con partenza del corteo alla volta di piazza San Giovanni in Laterano per le ore 13.00. Attorno alle 15.00 inizieranno gli interventi dal palco, dove ad alternarsi saranno rappresentanti delle organizzazioni promotrici, mentre sono attese anche molte testimonianze da tutto il mondo.
Per impedire strumentalizzazioni, che dall’inizio del conflitto in Ucraina non sono mancate sui giornali e nella politica, gli organizzatori hanno già fatto sapere che non saranno consentite bandiere di parte.
La piattaforma della manifestazione del 5 novembre è piuttosto chiara: fermare le armi subito per giungere ad una vera conferenza multilaterale di pace.
«La manifestazione di sabato sarà una manifestazione molto allargata – osserva ai nostri microfoni Francesco Vignarca, portavoce della Rete Italiana Pace e Disarmo – Stiamo ricevendo tantissime adesioni e ci aspettiamo anche una bella piazza, colorata con le bandiere della pace. Soprattutto ci pare che sia accolto molto bene il fatto che questa manifestazione non sia estemporanea o fine a se stessa, ma si colloca in un percorso che abbiamo fatto da mesi con richieste chiare».
Ed è proprio il percorso dei pacifisti, che si traduce in quattro carovane della pace che hanno portato aiuti alla popolazione ucraina, a fugare ogni strumentalizzazione e mistificazione del movimento pacifista che abbiamo letto sui media. Ciononostante prosegue l’oscuramento su molti mezzi di comunicazione, televisione in primis, delle istanze che divergono da quelle adottate dai governi europei e mondiali e che vanno oltre l’invio di armi e il sostegno militare, chiedendo invece la promozione di negoziati di pace multilaterali.