Il Coordinatore Campagne Francesco Vignarca: “Mancano all’appello gli Stati Uniti, basta retorica: dal 1945 eseguiti nel mondo oltre 2mila test” – su DIRE
Si celebra quest’oggi, 29 agosto, la Giornata internazionale contro i test nucleari, promossa dalle Nazioni Unite a partire dal 2009 e che punta a porre fine ai test su questo tipo di armi per scopi tanto civili che militari. All’agenzia Dire Francesco Vignarca, coordinatore campagne della Rete italiana pace e disarmo, in prima linea per l’abolizione degli armamenti nucleari, ha commentato così: “Noi ci uniamo all’appello del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che chiede una messa al bando di questi test, e anche al percorso di disarmo nucleare previsto dalla campagna Ican”, vale a dire l’International campaign to abolish nuclear weapons, vincitrice del Premio Nobel per la pace nel 2017, di cui la Rete italiana è parte e che promuove l’entrata in vigore del Trattato sul divieto delle armi nucleari (Treaty on the prohibition of nuclear weapons – Tpnw).
L’appello all’Italia: basta retorica
Vignarca ribadisce l’importanza del tema evidenziando che di recente l’Ican ha diffuso un report in cui “riporta di oltre 2mila test nucleari militari dal 1945 in poi. Per questo- continua l’esperto- oltre al Tpnw, riteniamo importantissimo che entri in vigore anche il Trattato per la messa al bando totale degli esperimenti nucleari (Comprehensive nuclear-test-ban treaty, Ctbt), che in modo comprensivo e globale mette al bando i test nucleari”.
L’Italia, ricorda Vignarca, “ha firmato questo documento e continua a dire che è centrale e cruciale, ma dovrebbe dirlo anche ai suoi alleati che no lo hanno ancora ratificato, tra cui gli Stati Uniti”. Il trattato, chiarisce il direttore della Rete, “potrà infatti entrare in vigore solo se alcuni paesi specifici lo ratificheranno. Basta quindi con i discorsi retorici, è importante che l’Italia faccia i passi concreti verso i propri alleati”. Oltre agli Stati Uniti, neanche Cina, Egitto, Iran e Israele lo hanno ratificato, e sono nella lista dei Paesi ritenuti indispensabili per la sua entrata in vigore.L’Italia non ha siglato il Trattato sulla messa al bando
Quanto al Tpnw, si tratta del primo trattato internazionale legalmente vincolante che proibisce agli Stati di sviluppare, testare, produrre, realizzare, trasferire, possedere, immagazzinare, usare o minacciare di usare gli armamenti nucleari, o anche permettere alle testate di stazionare sul proprio territorio. Inoltre impedisce loro di assistere, incoraggiare o indurre altri Paesi ad essere coinvolti in tali attività proibite. Adottato nel 2017 ed entrato in vigore il 22 gennaio 2021, non è stato ratificato dall’Italia, che ha anche deciso di non partecipare alla prima Conferenza degli Stati parti del Trattato che si è svolta a Vienna dal 21 al 23 giugno.
Con la guerra russo-ucraina, nuova corsa al riarmo
Il tema della minaccia nucleare è ritornato con forza nelle cronache con lo scoppio della guerra in Ucraina, dove oggi si è recata una missione dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea) per verificare le condizioni di sicurezza della centrale di Zhaporizhia, la più grande d’Europa, presa dalle forze armate russe lo scorso marzo.
L’escalation del conflitto russo-ucraino ha inoltre fatto sì che per la prima volta dalla fine della Guerra fredda sia anche ripresa la corsa agli armamenti nucleari da parte dei nove paesi che possiedono arsenali, come ha avvertito a giugno scorso lo Stockholm international peace research institute (Sipri). L’istituto riferisce che Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Cina, India, Pakistan, Israele e Corea del Nord starebbero lavorando in maniera più o meno esplicita all’ammodernamento e/o all’incremento del proprio arsenale.
Articolo di Alessandra Fabbretti