Alcuni estratti della mia intervista per “La Libertà” di Piacenza (nell’immagine l’intervista integrale).
La terribile situazione in Ucraina ci rende ancora più evidente, dal mio punto di vista, la validità della cultura pacifista e nonviolenta.
Vuol dire che lei di fronte all’invasione russa è equidistante?
Le situazioni sono complesse ma attenzione, non parlo di responsabilità.non sono tra quelli che dicono “Ah bisogna capire perché Putin ha invaso l’Ucraina”. No. Sono complesse nella soluzione. Di fronte a una situazione del genere non si può pensare che arrivi la cavalleria dei buoni e sconfigge cattivi.
Di fronte a una situazione in cui il più forte ricorre alla legge della pietra, il pacifismo riesce ancora a sostenere la riduzione delle spese militari?
Io sono abbastanza stufo di queste domande perché chi oggi dice che non è ammissibile che il più forte e faccio quello che vuole, fino all’altro ieri quando si parlava della guerra in Yemen (370mila civili morti) con il più forte (l’Arabia Saudita) che acquista le nostre armi, diceva che “ci sono da considerare anche le questioni economiche”, che “la soluzione è più complessa”… Quando ci sono 370mila morti? Contano meno quei morti? Aveva gli occhi bendati sulla guerra.
I movimenti pacifisti che cosa propongono per uscire dalla crisi Ucraina?
Le guerre si possono solo prevenire.nel momento in cui scoppiano, la distruzione e la morte sono da mettere purtroppo in conto e bisogna solo pensare a limitarle. Nel momento in cui c’è una guerra non è possibile fare la pace, bisogna solo fermare la guerra; fare la pace vuol dire togliere le condizioni di base affinché non si presenti una guerra. La pace è un percorso di continuità, nonviolento, di scelte di un certo tipo. Non ha la bacchetta magica, così come non ce l’ha nemmeno la soluzione militare. Io sarei anche quasi disposto a privarmi dei miei principi non violenti se sapessi che un intervento militare funziona, ma il problema è che non funziona. Peggiora la situazione soprattutto per i civili e noi pacifisti stiamo dalla loro parte, dalla parte delle vittime.