Testate atomiche. Un sondaggio in quattro paesi che ospitano armi degli Usa. In Italia, 31mila cartoline per il disarmo nucleare. Coinvolti anche molti Enti locali
Si apre oggi il vertice Nato che, dopo le pressioni di Trump, andrà probabilmente ad aumentare le spese militari dell’Alleanza, ma che non modificherà il carattere «nucleare» del proprio dispiegamento di forze. Eppure sempre più emerge tra i cittadini europei un netto rifiuto delle armi nucleari, e la richiesta forte di un cambio di rotta (anche in Italia). Lo dimostrano le iniziative per il primo anniversario del Trattato di Proibizione delle armi nucleari (Tpnw): votato all’Onu nel 2017 e che dopo dodici mesi è già ad un livello di ratifiche (11) e firme (59) più alto di norme simili (registrando un forte impatto in particolare con la decisione di banche e fondi sovrani di primo piano di chiudere i propri finanziamenti ai produttori di armi nucleari).
PROPRIO AD UN ANNO dal voto sul Trattato la campagna Senzatomica e la Rete Italiana per il Disarmo (partner nel nostro paese della campagna Ican, Nobel per la Pace nel 2017) hanno portato davanti alle sedi di governo e Parlamento le oltre 31mila cartoline della mobilitazione «Italia, ripensaci» con la richiesta di un’adesione anche da parte del nostro Paese, firmate dai cittadini in poche settimane.
«L’esperienza delle cartoline è stata per noi molto interessante: c’è una posizione chiara della popolazione – ha commentato don Albino Bizzotto, Presidente di «Beati i costruttori di pace» associazione che ha coordinato la raccolta -, inoltre le mozioni votate nei Consigli Comunali sono state quasi tutte approvate all’unanimità perché contro le bombe nucleari le nostre comunità sono unite». Sono ormai almeno 150 gli Enti Locali che hanno approvato documenti a sostegno del Trattato di proibizione delle armi nucleari: tra di essi le città di Torino, Padova, Milano, Ivrea, Bergamo, Cagliari, Cervia, Alba, Faenza e Senigallia oltre al Consiglio Regionale del Piemonte e alla Provincia di Brescia nella quale oltre 40 Comuni hanno promosso iniziative congiunte.
IL TRATTATO TPNW è nato dal riconoscimento che le armi nucleari rappresentano un rischio umanitario inaccettabile: una detonazione su una città causerebbe una devastazione ben oltre la nostra capacità di far fronte agli impatti sui civili. Alla mobilitazione per il suo ottenimento hanno dunque partecipato anche entità umanitarie come la Croce Rossa e Mezzaluna Rossa internazionale. «Questo è il motivo per cui non ci fermeremo finché il mondo non sarà privo di armi nucleari» sottolinea Beatrice Fihn, direttrice esecutiva di Ican.
Una posizione maggioritaria come dimostrano i risultati di un sondaggio di opinione in quattro Paesi Ue che ospitano armi nucleari Usa: Belgio, Olanda, Germania e Italia. Per ognuno di essi la grande maggioranza degli intervistati si è detta favorevole alla rimozione delle testate nucleari dal proprio territorio (almeno il doppio di chi le vuole) e d’accordo con l’ipotesi che il proprio Stato firmi il Trattato che le vieta completamente (circa quattro volte in più rispetto a chi pensa non si debba firmare).
IN ITALIA, ben il 72% si è detto favorevole all’adesione al Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari con un sostegno molto alto nei partiti della coalizione di Governo (75% degli elettori M5S, 70% di quelli della Lega) ed altissimo tra i partiti di centro-sinistra (82% nel Pd, 87% in LeU), ma robusto anche nell’elettorato di centro-destra (63% in Forza Italia e 64% in Fratelli d’Italia). All’eliminazione dal nostro territorio delle circa 50 testate nucleari presenti a Ghedi ed Aviano dicono «sì» il 65% degli italiani, con un forte consenso trasversale a tutte le fasce d’età e molto alto tra gli elettori M5S (75%) e LeU (77%) e un comunque alto sostegno anche nell’elettorato del Pd (60%) e della Lega (62%). Per il 78% alle istituzioni finanziarie italiane dovrebbe essere impedito di investire in società coinvolte nella produzione delle armi nucleari e per un significativo 59% i cacciabombardieri attualmente in acquisizione (i famosi F-35) non dovrebbero essere dotati della «doppia capacità» anche nucleare.
NEI GIORNI SCORSI Rete Disarmo e Senzatomica hanno inviato una formale richiesta di incontro al Presidente del Consiglio Conte e al Ministro degli Esteri Moavero Milanesi per discutere del Trattato di messa al bando delle armi nucleari da parte del nostro Paese, senza purtroppo ricevere ancora risposta. Che però ora dovrebbero dare alla maggioranza degli italiani.
pubblicato su “il Manifesto” dell’11 luglio 2018