Numerose le firme dei sindaci italiani alla Legge di iniziativa popolare per una difesa nonviolenta.
di Andrea Perolino
Dalle principali città italiane, Roma e Milano, passando per Napoli e Genova, fino ai centri più piccoli: sono moltissimi i sindaci, da nord a sud del Paese, che hanno aderito alla campagna “Un’altra difesa è possibile”, la mobilitazione messa in campo dalle sei principali reti italiane della pace, del disarmo, del servizio civile. Le numerose firme di sindaci e amministratori locali alla legge di iniziativa popolare per una difesa non violenta saranno ora consegnate ufficialmente allaCamera dei Deputati. La speranza dei promotori dell’iniziativa è ora quella che il Parlamento italiano prenda in considerazione lo sforzo messo in atto sui territori.
La Campagna, che propone l’istituzione di un Dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta, ha ritenuto che gli enti Locali fossero preziosi alleati in questo percorso di allargamento del concetto stesso di difesa, che “non è solo difendersi da un nemico con un cacciabombardiere, ma lavorare per il welfare, la sanità, l’istruzione e la difesa del territorio dai rischi idrogeologici – afferma Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo – e in queste cose i sindaci di tutta Italia sono in prima linea”.
Tantissime, come detto, le adesioni e le firme dei sindaci, a partire da quelli delle due principali città italiane: Ignazio Marino a Roma e Giuliano Pisapia a Milano. Per passare poi a Luigi De Magistris a Napoli e Marco Doria a Genova. Senza dimenticare le significative adesioni di Renato Accorinti a Messina e di Filippo Nogarin a Livorno. Anche l’Emilia-Romagna è stata protagonista della mobilitazione sia con la firma dei sindaci di capoluogoPaolo Dosi (Piacenza), Luca Vecchi (Reggio Emilia) e Gian Carlo Muzzarelli (Modena) sia con l’approvazione in Consiglio Regionale di un documento di sostegno alla Campagna “Un’altra difesa possibile”.
Se la Campagna può così contare sul sostegno di tante realtà locali, la direzione in cui si stanno muovendo Governo e Parlamento è fatta di luci e ombre: “Se è vero che per la prima volta in un documento ufficiale del ministero della Difesa si è parlato di servizio civile, lo si è fatto solo in termini futuribili”, sottolinea Vignarca, che fa però sapere come “grazie ad alcune spinte parlamentari qualcosa si sta muovendo, è di queste ore la pubblicazione del decreto che darà attuazione alla sperimentazione dei corpi civili di pace. Da oggi sarà possibile dare vita a progetti per 500 giovani in tutta Italia, e questo darà concretezza a quell’alternativa di approccio non violento ai conflitti che sempre richiamiamo”.