Cosa serve all’Africa da cui proviene la maggioranza dei migranti e dei profughi che poi vediamo sbarcare sulle nostre cose o morire nei nostri mari? Cooperazione militare, of course…
Ed infatti in questi giorni segnati, anche se sempre di meno mediaticamente, dall’emergenza migranti e dai flussi imponenti di profughi provenienti dal continente africano il Consiglio dei Ministri non trova di meglio che ratificare due accordi di cooperazione militari. Con chi? Non con due Stati a caso, ma con due Paesi africani che in tutta questa situazione rivestono un ruolo abbastanza strategico. Da una parte il Senegal, da cui provengono moltissimi degli immigrati che poi troviamo nelle nostre città e (purtroppo spesso) e sulle nostre strade. Dall’altra la Somalia, che non solo è un territorio attraversato da decenni di guerra civile aperta ma che – soprattutto – non possiede oggi una struttura governativa e statuale consolidata. I rischi? Che questa cooperazione militare serva in generale solo a rafforzare “nostri” interessi nella regione, e nella pratica vada a sostenere qualche signore della guerra locale. Quale sarebbe infatti oggi il “Governo” somalo affidabile per accordi di tale natura?
Ma in questo contesto, con tutte le lacrime anche recentemente versate per le stragi della disperazione in mare e dopo l’intenzione del Premier Matteo Renzi di far “cambiare verso” all’Europa sulla questione migranti c’era proprio bisogno di procedere ancora nel perfezionare cooperazioni militari? Non si potrebbe invece, finalmente, pensare di promuovere una cooperazione civile che vada a risolvere i problemi da cui centinaia di migliaia di persone stanno scappando?