“Noi, per statuto, rilanciamo tutte le voci che dimostrano la volontà di affrontare in un modo nuovo e non violento le situazioni internazionali, tanto più quando sono voci autorevoli come quella del Papa”. Francesco Vignarca, coordinatore di ‘Controllarmi’, la Rete italiana per il disarmo, commenta la dura condanna espressa da Papa Francesco nei confronti di quegli “imprenditori di morte” che vendono armi ai Paesi in conflitto affinché le guerre possano continuare.
Un sistema di professionisti della morte
“Se è prevedibile che la Santa Sede si pronunci contro la corsa agli armamenti – spiega Vignarca – qui c’è da osservare la raffinatezza dell’analisi del Papa. Non si può infatti affermare che le armi siano le cause delle guerre. Ma è vero, come ha affermato il Pontefice, che il sistema di produzione delle armi fornisce gli strumenti per risolvere i conflitti internazionali attraverso lo scontro armato, creando così un bussiness che lucra sulla tendenza dell’uomo allo scontro. Mentre noi dovremmo costruire sistemi che indirizzano i conflitti verso una soluzione non violenta. Gandhi diceva che la guerra funziona perché ci sono dei professionisti che la preparano e la pace funzionerà quando la costruiremo in maniera professionale”.
Fare pressione sulle ‘banche armate’
La denuncia degli imprenditori di morte è anche alla base dell’iniziativa “Quaresima disarmata” rilanciata in questi giorni dalla Campagna “Banche armate” e da tre riviste missionarie. “Invitiamo credenti e non credenti ad utilizzare il loro potere di risparmiatori per fare pressione sulle banche nelle cui casse passano i soldi che finanziano la produzione e il commercio di armi, perché questi istituti limitino o tronchino completamente queste transazioni”, spiega padre Efrem Tresoldi, direttore di Nigrizia. “Un invito rivolto non solo ai singoli individui ma anche agli istituti religiosi, le parrocchie, le diocesi, i centri missionari diocesani, affinché facciano pressione sulle banche. Se certo come singoli non abbiamo il potere decisionale per limitare la produzione di armi o il loro commercio, ci resta però questa possibilità di evitare la nostra compromissione con questo commercio di morte. E’ la Quaresima come tempo di revisione della propria vita e di conversione è il momento ideale per questo”.
(servizio di Fabio Colagrande)