Prima di scrivere in maniera più compiuta alcune riflessioni che mi frullano per la testa sulla vicenda delle due cooperanti italiani appena rilasciate in Siria, voglio domandarmi (retoricamente?) anche qui come mai il governatore del Veneto Luca Zaia abbia cambiato idea così repentinamente sull’opportunità di pagare riscatti per ostaggi italiani.Ciò che mi crea un po’di problemi non è tanto il sostenere una posizione o l’altra, cioè se si debba o meno sborsare dei soldi pubblici per riportare a casa persone rapite in zone calde del mondo. Ma che si passi da una parte all’altra di questo spettro in appena poche settimane e senza che sia realmente esplicitato il motivo che appare sotteso.
Dunque, e pur dovendo capire se ci sia stata avventatezza o problemi di impostazione in ogni caso specifico, mi spiegate come mai il Governatore del Veneto Zaia usa parole così diverse?
(Forse) pagato riscatto per le due cooperanti in Siria a gennaio 2015:
“Per chi va a proprio rischio e pericolo in quei Paesi, è bene che i costi siano a suo carico. Quindi nei confronti di queste ragazze si faccia una confisca a vita fino a che si raccoglieranno 12 milioni di euro, sempre se è vero che è stata pagata questa cifra”.
(Forse) pagato riscatto per un tecnico veneto in Libia lo scorso novembre 2014:
“Davvero liberatorio sapere che è finita la sua prigionia e la sofferenza per lui e suoi familiari. (…) A questo risultato hanno sicuramente concorso una serie di fattori e l’azione svolta per portare a termine con successo una difficile negoziazione (…) chi lavora per lo sviluppo di quei Paesi non si senta costantemente a rischio ma si senta considerato come un bene da proteggere e non una minaccia o, peggio, una merce di scambio”