Riporto di seguito la recensione del mio libro sui caccia F-35 (del quale trovate qui qualche informazione) apparsa qualche giorno fa, il 2 luglio per la precisione, nell’edizione serale e digitale di Repubblica (R2). Grazie a Giampaolo Cadalanu per l’attenzione a questo tema e al nostro sforzo di chiarezza a riguardo.
****
Il tema. L’aereo più controverso della storia ha diversi nomi: ufficialmente è denominato Lockheed-Martin Joint Strike Fighter Lightning II, ma tutti lo conoscono dalla sigla F-35. È un progetto sfortunato, troppo costoso rispetto ai tempi di crisi che viviamo, troppo imperfetto per rassicurare non solo i tecnici ma anche i timo- rosi e i paranoici, quelli convinti davvero che la pace si ottiene preparandosi alla guerra.
La polemica italiana. L’F-35 è diventato un simbolo soprattutto in termini negativi: nell’immaginario collettivo, in Italia ma non solo, rappresenta la follia delle spese militari lontane da un utilizzo reale, e soprattutto sproporzionate rispetto ai conti dell’Occidente, sempre più costretto a tagliare quello che resta del welfare. Verrebbe quasi da dire che il bombardiere più costoso del mondo è diventato in negativo l’icona di un’epoca, come a suo tempo la Vespa e poi la Seicento, assurte a simbolo storico del Dopoguerra e della crescita italiana. A guardare da vicino, sembra quasi necessario attenua- re le critiche: quando verrà schierato, il caccia sarà meno peggio di come risulta oggi, i difetti di gioventù verranno probabilmente sanati, e tutto sommato la Difesa italiana, quanto meno come la vede il Parlamento in questo momento, contempla la necessità di un aereo del genere. In sostanza, i costosissimi caccia saranno comunque adoperati, mentre sono legittimi i dubbi su che cosa l’Italia voglia ottenere dalla portaerei Cavour, costata un miliardo e mezzo di euro.
L’autore. A sezionare in dettaglio la storia dell’F-35, con un dichiarato spirito polemico, è stato il portavoce della campagna Tagliamo le ali alle armi, Francesco Vignarca. Redattore del mensile specializzato Altreconomia, Vignarca ha seguito l’avventura Joint Strike Fighter sin dall’inizio, per raccontare poi sulle pagine del suo gior- nale le interminabili magagne del progetto e i corposi problemi di trasparenza che hanno caratterizzato la partecipazione italiana e l’acquisto dei primi jet.
Il libro. F-35, l’aereo più pazzo del mondo è più di un pamphlet uscito sull’onda della cronaca: è assieme un documentatissimo manualetto per nutrire le polemiche, ma anche una dichiarazione d’intenti. Scopo del libro non è solo documentare e suscitare dubbi, ma anche rendere pubbliche le “disinvolture” degli addetti ai lavori e le bugie di chi ha adocchiato l’immensa torta messa a disposizione della Difesa e ne chiede una fettina.
Perché leggerlo. Lockheed, non si può dimenticare, è un nome che in Italia riporta echi di grandi scandali lontani. E a chi segue questi temi torna in testa un pensiero molesto: la stima fatta da Transparency International, l’organizzazione che studia la corruzione nel mondo. Secondo gli esperti, le commesse di armi sono quelle che consentono le mazzette più robuste, attorno al 20 per cento del valore del contratto. Non è detto che sia questo il caso dell’F-35. Ma sicuramente voci come quella di Francesco Vignarca aiutano e stimolano chi deve tener d’occhio la correttezza degli affari di stato.