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F-35, storia di una inutile follia

Una recensione al mio libro sugli F-35, in uscita su “Rassegna Sindacale”

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RsindaNon v’è dubbio che il titolo scelto per questo libro dall’editore Round Robin traduca con precisione e ironia il suo contenuto:F-35.L’aereo più pazzo del mondo (pp.138, euro 13,00). Il motivo è che, analizzando bene questa storia, come fa l’autore, in alcuni passaggi viene perfino da sorridere, certo un sorriso amaro, al pensiero di come le cose a volte vengano gestite quasi al punto da sfiorare i confini, per l’appunto, della follia. L’autore è Francesco Vignarca, coordinatore delle attività nazionali della Rete italiana per il disarmo, tra i promotori di diverse iniziative che denunciano da tempo

modalità e numeri di una speculazione alimentata da potenze economiche e finanziarie (le grandi banche nazionali e internazionali su tutte), attraverso l’investimento e il commercio di armi di vario genere. Già in un precedente

lavoro scritto con Michele Sasso e Duccio Facchini, e pubblicato per Chiarelettere (Armi,un affare di Stato, 2012),Vignarca aveva affrontato la questione per il verso giusto, vale a dire alla ricerca delle tante verità nascoste, restituendo le informazioni acquisite ai lettori. Ora, con questo nuovo e prezioso saggio d’inchiesta, si torna a parlare di una vicenda che, come lo stesso autore afferma, con la crisi economica che viviamo è divenuta un po’ il simbolo della battaglia contro gli armamenti e le spese senza prospettiva sociale – anche grazie a un discreto periodo di visibilità sui principali organi d’informazione –; una vicenda che bisogna analizzare a fondo per comprendere i motivi della sua esemplarità, a partire dai 14 miliardi di euro messi a disposizione dal nostro governo per comprare novanta cacciabombardieri d’attacco.

Il libro si apre con la fabbrica di Cameri, nella provincia di Novara,divenuta la cronaca di un ricatto, dato che in cambio della costruzione degli aerei vengono messi sul piatto della bilancia anche numerosi posti di lavoro all’interno della stessa; una proposta che il sindaco non si sente di rifiutare, con tutte le conseguenze del caso. Ma la comunità di Cameri si mobilita contro quello che viene in seguito trasformato in un possente programma di acquisizione, dalle tecniche ben definite e una nuova sigla:JSF,acronimo americano di Joint Strike Fighter.Da qui parte l’accaparramento delle aziende di settore del progetto di costruzione degli F-35 al quale si oppone la protesta della popolazione locale,che inizia un’opera di sensibilizzazione sempre più ampia,sino a raggiungere le aule parlamentari e i media.Il resto è cronaca dei nostri giorni, costellata da continue contraddizioni e dietrofront imbarazzati e imbarazzanti da parte del dicastero della Difesa,visto che dei promessi 10mila posti di lavoro se ne avrebbero in realtà non più di 600; che in caso di nostro mancato impegno non ci sarebbe alcuna penale da pagare dato che già paesi quali Australia,Canada e Olanda hanno rinviato o sospeso il proprio coinvolgimento nella realizzazione del progetto.

Resta aperta la solita questione:possibile che nel ventunesimo secolo si debba ancora soccombere alle logiche perverse e distruttive,in termini economici e ambientali,oltre che sociali ed etici,della corsa agli armamenti? La storia degli F-35,l’aereo più pazzo del mondo,deve chiudersi qui.Ne guadagneremmo tutti.

(articolo di Emiliano Sbaraglia)