Da oggi parte un lavoro congiunto con associazioni, reti, ONG, sindacati…
Si è svolta a Roma, nella Sala protomoteca del Campidoglio, la conferenza stampa di presentazione e lancio di“ARENA DI PACE E DISARMO” che, nella giornata del 25 aprile 2014, vedrà riunito nell’anfiteatro di Verona l’intero popolo della Pace: associazioni laiche e religiose, esponenti della società civile, singole persone… tutti insieme per convergere in una comune campagna per il “disarmo militare e la difesa civile”.
“Non è un caso che l’evento in Arena si svolgerà il 25 aprile, giornata della Resistenza – commentaMao Valpiana Presidente del Movimento Nonviolento – oggi la nuova resistenza si chiama nonviolenza. Chi nel nostro paese ha fatto la Resistenza si voleva liberare dalla guerra (art. 11 della Costituzione). Oggi dobbiamo proseguire su quella strada e liberarci dalle armi, che sono gli stumenti che la rendono possibile”.
“Una forma di difesa nonviolenta del nostro Paese è rappresentata dal servizio civile volontario – ha proseguito Primo Di Blasio presidente della CNESC – che oggi subisce tagli finanziari pesanti, mentre le spese per la difesa militare non vengono intaccate. Noi chiediamo una parità di trattamento tra le due forme di Difesa riconosciute dallo Stato”.
“Le Arene di pace e disarmo, perché stiamo recuperando una tradizione partita negli anni ’80 del Novecento – ha sottolineato padre Alex Zanotelli – sono un momento simbolico molto importante per tutto il movimento per la Pace, che deve trovare nuovo slancio, entusiasmo, unità di intenti. Bisogna che i tempi della pace e del disarmo tornino al centro dell’agenda politica del nostro paese. I poveri non possono più accettare gli sperperi continui di fondi negli armamenti!”. Il missionario comboniano ha inoltre rilanciato ai giornalisti la necessità di uno svolgimento responsabile della loro professione, ricordando che occorre informare la cittadinanza sui veri temi che incidono sulla vita delle persone. E come non ci si possa dimenticare delle guerre in corso attualmente nel mondo.
“Su questi temi – ha concluso Francesco Vignarca coordinatore di Rete Disarmo – rappresentiamo la stragrande maggiornaza del popolo italiano. Per questo dall’Arena di Verona lanceremo la campagna “Difesa civile 2014” che vuole offrire a tutti i cittadini una possibilità normata dal punti di vista legislativo di accedere ad una opzione fiscale relativamente ai fondi per la Difesa: cioè poter scegliere se finanziare quella militare e armata o quella civile e nonviolenta”.
Sono poi intervenuti molti rappresentanti di associazioni che hanno rilanciato l’adesione dei propri esponenti e delle proprie realtà, tra gli altri: Emmaus Italia, Articolo 21, Rete Pace, Assopace, Fiom, Banca Etica, Unione degli Universitari, Aisec. Da ora in poi il percorso di costruzione di “Arena di Pace e Disarmo” uscirà dall’alveo dei sostenitori di un primo appello di convocazione (disponibile su www.arenapacedisarmo.org) per riversarsi su tutte le organizzazioni della società civile.
Sono poi stati annunciati gli appuntamenti di avvicinamento ad “Arena di Pace e Disarmo 2014”, che coinvolgono su diversi territori molte realtà impegnate nel percorso veronese, come il Congresso nazionale del Movimento Nonviolento (Torino, 1-2 febbraio), il convegno dell’Associazione Papa Giovanni XXIII “La miglior difesa è la Pace” (Rimini, 15-16 febbraio), l’Assemblea nazionale della Rete Pace (Perugia, 21-22 febbraio) la manifestazione No Muos a Caltanissetta del 1 marzo), e infine le biciclettate organizzate dalla FIAB (Federazione Italiana Amici della Biciclettata) che dalle città limitrofe convergeranno sull’Arena di Verona il 25 aprile 2014.
L’invito per i territori è ora quello di costituire “Comitati promotori locali” verso Arena 2014 che si dovrebbero attivare in varie città e che proseguiranno anche dopo l’appuntamento di aprile promuovendo la campagna “Difesa civile 2014”.
La politica del disarmo e per il disarmo è una delle direttrici di azione del più vasto movimento per la Pace che opera nel nostro paese. Il ripudio della guerra (che è ripudio del sistema militare e della produzione di armi), e dunque la scelta del disarmo, è l’unica strada per dare vera attuazione alla Costituzione italiana (art. 11). Se dunque la difesa della patria è “sacro dovere” per ogni cittadino (art. 52), c’è assoluta urgenza di finanziare ed organizzare una “difesa civile”, non armata e nonviolenta, che sappia neutralizzare i veri nemici che oggi minacciano l’integrità e le fasce deboli della nostra comunità: la povertà, la disoccupazione, l’insicurezza.
Le enormi spese impiegate per mantenere la difesa armata del nostro Paese, circa 24 miliardi di euro nel 2014, sono sottratte direttamente ai diritti essenziali della nostra vita – il diritto al lavoro, alla casa e all’istruzione, le protezioni sociali e sanitarie, l’ambiente, l’aria, l’acqua, la legalità e la partecipazione, la convivenza civile e la pace- dunque le armi anche se non utilizzate stanno già uccidendo e togliendo il futuro alle nuove generazioni.