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Disarmo e controllo spese militari nel radar del PD?

img_15138In vista delle elezioni primarie per la leadership di segreteria del Partito Democratico (che avranno luogo domenica 8 dicembre) ho pensato di scrivere una “lettera aperta” ai tre candidati in lizza, sulle questioni di cui mi occupo quotidianamente all’interno di Rete Disarmo. Ovviamente si tratta di considerazioni e domande rivolte a titolo personale, ma che raccolgono l’esperienza di oltre dieci anni di impegno per Pace, Disarmo, controllo degli armamenti e spese militari. Spero sia un contributo utile al dibattito in corso.

Buona lettura a tutti!

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Gentili Matteo Renzi, Gianni Cuperlo e Giuseppe Civati, candidati alla Segreteria del Partito Democratico

sono Francesco Vignarca e coordino la Rete Italiana per il Disarmo, snodo di interazione per circa trenta organizzazioni che in Italia si occupano di spese militari e controllo degli armamenti in una prospettiva di disarmo. Vi scrivo, con questa lettera aperta, a titolo personale.

Mi occupo delle tematiche poco sopra tratteggiate da oltre dieci anni e con le iniziative e campagne condotte come Rete abbiamo in questo lasso di tempo ottenuto attenzione (per esempio sulle spese militari, con l’azione “Taglia le ali alle armi” sugli F-35) e risultati (ad esempio sul Trattato Internazionale per il Controllo degli Armamenti, insieme a ControlArms) soprattutto grazie al nostro approccio approfondito e preciso. Non a caso alcuni degli elementi di debolezza del settore Difesa che sono stati sottolineati in un mio vecchio libro (“Il caro armato” pubblicato nel 2009) sono poi stati oggetto della riforma delle Forze Armate in discussione dall’anno scorso ed in approvazione a breve (anche se con degli interventi a nostro parere deficitari e che mantengono privilegi ormai insopportabili).

Premetto ciò per chiarirvi il motivo di questa lettera: ritengo infatti importante provare ad inserire nel vostro dibattito e confronto per le primarie alcuni elementi rilevanti che attualmente emergono nelle tematiche di cui mi occupo. Il tutto ritenendo il Partito Democratico e questa vostra fase di definizione della leadership interna un pezzo importante della politica italiana; ma ricordando comunque che – come abbiamo sempre fatto – le nostre considerazioni, proposte, ed idee le mettiamo a disposizione di un confronto positivo con tutto l’arco politico ed anche con il Governo (lo abbiamo fatto in questi anni ed anche con l’attuale esecutivo gridato da Enrico Letta).

Da questa volontà ed occasione nascono alcune domande “aperte”, che trovate di seguito, sulle quali mi piacerebbe davvero ricevere le vostre risposte e poter intavolare un discorso serio e schietto (sia ora, sia anche dopo l’appuntamento dell’8 dicembre). Vi prego poi di considerare che gli aspetti che vado a toccare non sono rilevanti solo per chi agisce da punti di partenza legati a Disarmo e Pace, ma a mio parere toccano da vicino tutti i cittadini e le cittadine di questo Paese, per la rilevanza sulle loro vite, indipendentemente da un obiettivo finale di totale abbandono degli eserciti e degli armamenti.

1) Partiamo dal tema “caldo” degli F-35, una delle nostre campagne di maggiore impatto e successo. Noi abbiamo già chiarito da che parte stiamo e in cosa vorremmo impiegati i fondi invece destinati ai caccia d’attacco (guardate a questo riguardo il primo dei nostri recenti video di campagna ). Voi cosa ne pensate? Ritenete sensato che nel 2014, secondo le attuali previsioni di Bilancio, si andranno a spendere 535 milioni per il programma F-35 e solo 350 milioni sul Fondo per la non autosufficienza che incide in maniera vitale sull’esistenza di decine di migliaia di persone con disabilità?

2) I caccia F-35 non sono però unico “bersaglio” delle nostre critiche (anche se costi e problemi del programma li rendono emblematici relativamente ad investimenti in armi) perché su tutto il capitolo degli acquisti militari ci sono problemi di controllo e spesa. Il Parlamento ha un ruolo ancora troppo debole, nonostante le recenti modifiche di legge, sulle decisioni e sulla sorveglianza di questi processi e proprio il caso F-35 (con acquisti condotti nonostante le mozioni di sospensione votate a Camera e Senato) lo dimostra. Come spiegate che in questo comparto qualsiasi richiesta di investimento venga evasa senza i problemi che attanagliano altre spese pubbliche (cfr i 5,8 miliardi per 20 anni presenti in Stabilità per navi militari)? Perché si usano fondi del Ministero dello Sviluppo Economico, nel 2014 oltre 2,5 miliardi, dirottandoli sugli acquisti per la Difesa? E’ sensato che si spendano quasi 6 miliardi in un anno per acquistare armamenti nella attuale situazione del Paese?

3) Come accennato in precedenza è in corso il progetto di Riforma delle Forze Armate (impostato dal precedente Ministro della Difesa Ammiraglio Di Paola). Noi riteniamo problematico che si vada a riorganizzare lo strumento militare prima di aver discusso e definito un Modello di Difesa (anche in ottica europea): pensate sia sensato faticare per impostare uno strumento prima ancora di conoscerne obiettivi e scopi? Questa riforma tocca poi alcune migliaia di lavoratori e certamente va condotta considerando la situazione degli occupati, ma non in ottica di una conservazione improduttiva. Occorre valorizzare su altri campi questi dipendenti pubblici e non, come invece pare previsto, favorire un percorso pensionistico insostenibile che configura un doppio onere per lo Stato. Da parte vostra, avete intenzione di andare a toccare quei privilegi delle Forze Armate (pensiamo al “regalo” del trattamento di ausiliaria che costa circa mezzo miliardo all’anno) le quali oggi sono nella singolare situazione di avere più o meno lo stesso numero di comandanti e di comandati?

4) Proprio in queste ore è stato votato il rifinanziamento per tutto il 2013 delle missioni militari all’estero, ma a breve la questione si ripresenterà per il 2014 (anno in cui ci dovrebbe essere il ritiro dall’Afghanistan). Questi fondi, che nel corso degli anni sono arrivati a toccare gli 1,5 miliardi all’anno e ora si collocano tra gli 800 e i 1000 milioni di euro, sono ormai chiaramente diventati una “stampella” del bilancio della Difesa che altrimenti avrebbe rilevanti problemi operativi e di formazione. Problemi derivanti dallo squilibrio di tale bilancio, asciugato per il 75% dagli stipendi degli effettivi. In un prossimo futuro, avete intenzione di creare un sistema di valutazione parlamentare che affronti tali missioni singolarmente? Lo scopo di questa nostra richiesta riproposta da anni è quello di differenziare quelle in supporto di scelte problematiche e fallimentari (pensiamo alle attuali condizioni di Iraq e Afganistan) da quelle decise realmente insieme alla comunità internazionale e utili a preparare il terreno ad una vera e forte cooperazione civile (in accordo con seconda parte articolo 11 della nostra Costituzione).

5) Per il Cittadino italiano la Difesa è un dovere costituzionale (art. 52 della Costituzione) e l’Italia in maniera innovativa e poco risaputa possiede l’unicum del riconoscimento su pari livello della difesa di natura militare, garantita dalle Forze Armate, e della Difesa Civile non armata e nonviolenta. Avete intenzione di lavorare in questa direzione, cercando di costruire meglio questo secondo aspetto previsto dal nostro ordinamento, ma attualmente non sostenuto da fondi e non sviluppato? Avete intenzione di far crescere le risorse a disposizione di questa strada innovativa di gestione dei conflitti (che sia all’estero sia in Italia ha già maturato pratiche ed esperienze) soprattutto nel quadro di una difesa e sicurezza comune europea?

6) Il nostro Paese si colloca nel gruppo dei maggiori produttori ed esportatori mondiali di armamenti. Nel 2012 le autorizzazioni e esportazioni di armamenti hanno sfiorati i 3 miliardi di euro ciascuna. Una rilevante fetta, quasi la metà, di tali esportazioni si indirizzo ormai stabilmente verso paesi problematici o in aree calde del mondo. Parallelamente la nostra avanzata legge nazionale sulla questione (la 185/90) è stata indebolita nel corso degli ultimi anni, in particolare sul lato della trasparenza. Avete intenzione di intervenire sui meccanismi e le decisioni che sottendono questo problematico tipo di commercio (caratterizzato da pericoli di corruzione, come dimostrano anche recenti inchieste della magistratura)? Vi potete impegnare per la re-introduzione o la nuova previsione di tutti quegli elementi di trasparenza e conoscenza che potrebbero permettere a Parlamento ed opinione pubblica un reale controllo sulla destinazione delle armi “made in Italy”?

7) Cooperazione e Servizio civile… due mondi lasciati andare allo sbando in questi ultimi anni, nonostante i saperi e le capacità che soprattuto la società civile italiana possiede in questi campi. Due aree ritenute ancillari ad una politica estera e di difesa basata su altri criteri ma che invece sono fondamentali per una difesa reale e concreta delle persone e dei cittadini di questo Paese (da costruire con interventi su welfare, sanità, scuola, lavoro) davvero necessaria ed improrogabile oggi. Come volete investire per sostenerli? Come avete intenzione di intervenire per invertire una rotta che oggi e in questi anni ha visto scuri implacabili abbattersi su tutto terzo settore (per esempio con il tetto al 5 per mille ormai diventato “4 per mille”)?

Vi ringrazio per l’attenzione, e per il tempo e le riflessioni che saprete e vorrete dedicare a queste mie proposte e domande. E colgo l’occasione per segnalare una trattazione ancora più approfondita di questi temi nel capitolo ad essi dedicato nel XV rapporto della Campagna Sbilanciamoci su “Come usare la spesa pubblica per i diritti, la pace, l’ambiente”

Cordialmente
Francesco Vignarca